La geotermia è una risorsa pulita e sostenibile che può essere impiegata in modi inaspettati.
La particolare conformazione della Val di Cecina ha reso questo angolo della Toscana un punto di riferimento nazionale per l’impiego dell’energia geotermica. Il vapore che fuoriesce dal sottosuolo ha spinto le realtà produttive ad investire in questo tesoro naturale, dimostrando le incredibili potenzialità del calore geotermico, creando una rete sul territorio che unisce il rispetto per la natura, il cibo sano, l’uso di risorse e mezzi sostenibili e l’incremento dell’economia locale.
Ecco alcune curiosità e progetti (curiosi e) innovativi che si possono scoprire – o degustare – durante una bike ride tra i borghi di queste colline.
La farina di castagne geotermica
La frazione di Boccheggiano nel comune di Montieri, in provincia di Grosseto, è da diversi anni il regno della farina di castagne. Dal 2018 si sta sperimentando un nuovo metodo alternativo di essiccazione della farina impiegando il calore geotermico, rafforzando ancora di più il legame con le risorse naturali del territorio e con l’energia sostenibile.
Uovo alla coque e caffè geotermici
Al Parco delle Biancane, nel cuore caldo della geotermia toscana, c’è un suggestivo percorso naturalistico che mostra da vicino l’incredibile scenario naturale dei soffioni boraciferi. Il parco infatti attraversa aree interessate da molte manifestazioni geotermiche. Un viaggio tra lagoni e sbuffi di vapore, soffioni rumorosi e pungente odore di zolfo. In una delle sorgenti più calde, il visitatore assiste a coinvolgenti dimostrazioni da parte delle guide ambientali. Qui si può vedere con quanta velocità si riesca a cuocere un ottimo uovo alla coque oppure con quanta efficienza si possa gustare una buona tazza di caffè dalla moka tradizionale.
La prima serra geotermica
A Chiusdino, in provincia di Siena, si trova la prima serra per la coltivazione di alga spirulina mediante il calore geotermico. Questa piccola serra utilizza sia il calore che la CO2 carbon free, derivante dal processo di produzione geotermico. La combinazione di questi due fattori è particolarmente utile nel favorire l’attività di crescita delle alghe. Il progetto sperimentale – portato avanti da Enel Green Power, Co.Svi.G. e l’Università di Firenze – ha l’obiettivo di dimostrare la possibilità di sviluppare l’economia in prossimità delle centrali geotermoelettriche, favorendo l’occupazione e la valorizzazione del territorio.
La birra geotermica
A Sasso Pisano, una frazione di Castelnuovo in Val di Cecina, c’è un birrificio artigianale unico al mondo. “Vapori di Birra” produce birra utilizzando come fonte primaria di energia il vapore geotermico e i naturali soffioni boraciferi del territorio. Il processo produttivo è completamente rinnovabile e avviene tramite un impianto innovativo ed ecologico: per ogni ettolitro di birra prodotta si riescono a risparmiare 3,3 m3 di gas naturale e si riduce l’immissione di CO2 nell’atmosfera di circa 5kg.
Il formaggio geotermico
Al caseificio San Martino di Monterotondo Marittimo si produce un formaggio molto particolare. L’azienda alleva allo stato brado pecore massesi in varie zone della Toscana e si distingue per l’uso delle risorse geotermiche in tutte le fasi del processo di produzione che normalmente richiedono ingenti quantità di energia. I macchinari presenti nel caseificio infatti sono alimentati con il calore residuo della centrale di Larderello che spesso non viene utilizzato. Usando questo calore, l’azienda è riuscita a ridurre le proprie spese energetiche, a riciclare una fonte di energia inutilizzata e a purificare l’aria, evitando di immettere ulteriore CO2 nell’atmosfera.