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News20 Gennaio 2024

L’Eremo di San Michele alle Formiche e il mistero dell’antica campana.

La storia di questo antico luogo di romitaggio ormai in rovina è legata a un fatto curioso e magico.
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Immerso nelle lussureggianti colline della val di Cecina, l’antico Eremo di San Michele alle Formiche è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti di Pomarance. Quelli che sono oramai i resti dell’antica costruzione di romitaggio rivelano una storia secolare intrisa di fede e leggende popolari, come spesso capita di trovare nei più autentici borghi toscani. 

La storia dell’Eremo di San Michele alle Formiche

Percorrendo la strada che da Pomarance porta a Montecerboli, è possibile rimanere impressionati dalla grandezza naturale delle pareti di gabbro. Proprio qui, tra le colline che un tempo erano di Spartacciano, sorgono i resti di un antico eremo conosciuto come “San Michele alle Formiche.” La chiesa e il convento furono costruiti e dati in affido nel Trecento ai monaci celestini di San Michele che si dedicarono ad un’esistenza eremitica e fuori dal mondo, totalmente devota alla preghiera e alla cura dei bisognosi.
Oggi meta di lunghe passeggiate nella natura, l’eremo è una terrazza naturale sulla Val di Cecina che lascia senza fiato. Da qui si può godere un panorama che si estende dai monti della Cornata e della Carlina, verso Siena, a Montecastelli, alla Rocca Sillana fino alla Val d’Elsa. Nelle giornate più terse si può scorgere persino il Mar Tirreno.

Le formiche alate.

Il nome particolarmente curioso deriva da un singolare fenomeno che ha caratterizzato per secoli questo luogo. Negli ultimi giorni di settembre, in concomitanza proprio con il giorno dedicato a San Michele – il 29 settembre – si potevano vedere sciami di formiche alate riunirsi attorno all’antica campana del monastero.
In Italia e nel mondo, la figura di questo santo ha sempre richiamato un forte interesse spirituale e, attorno alle sue Sacre, si sono create storie suggestive che hanno ispirato scrittori e studiosi.
Anche questo episodio si unisce dunque al lungo elenco di curiosità che aleggiano attorno all’Arcangelo.
Questa leggenda continuò fino al XVIII secolo, dopo l’abbandono dell’Eremo. La campana infatti fu collocata nella torre del Marzocco a Pomarance e le formiche si radunarono ancora lì per – secondo la credenza popolare – riportarla presso la sua antica dimora.

Il Bagno di san Michele alle Formiche

Ai piedi dell’Eremo si può anche trovare un luogo di cura e quasi miracoloso che esisteva già dai tempi dei romani. Questi bagni facevano parte del complesso diffuso delle Terme di Volterra, riportate nel più antico documento geografico che si conosca: la cosiddetta Tavola Peutingeriana. Le sue acque calde termali a 25 gradi di temperatura erano considerate un vero e proprio toccasana per chi soffriva di piaghe e artriti. Dopo il restauro del Conte Florestano de Larderel nel 900, furono completamente abbandonate anche se oggi della struttura è ancora visibile la parte residenziale e un ponte a campate degradanti e asimmetriche. Tra le rovine si può ancora vivere l’antico fascino di queste terme immerse nella natura, infatti alcune vasche per le cure e una piscina a gradini rievocano i momenti in cui era un autentico punto di ritrovo per la Val di Cecina. 

Il complesso di san Michele alle Formiche è una delle perle di Pomarance, un luogo selvaggio dove ricercare quella pace paradisiaca che i monaci inseguivano nella preghiera, le mattine e le sere in cui qui – oggi come allora – aleggia quell’atmosfera amena di un luogo fuori dal mondo, più vicino al cielo che alla terra. 

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