Perfette per un aperitivo o un cicchetto, le Sarde in Saor sono un must per assaporare l’autentica atmosfera veneta lagunare. Protagonista di questa ricetta è senza dubbio la salsina agrodolce a base di cipolla, spezie ed aceto con la quale le sarde vengono imbevute. Ingredienti poveri che mescolano le tradizioni orientali con quelle occidentali in un equilibrio perfetto tra i due mondi, incarnando lo spirito di Venezia come Repubblica Marinara.
Le Sarde in Saor sono molto più che un piatto, piuttosto un vero frammento di Storia che ha attraversato i secoli, fino a noi. Ecco cinque curiosità che forse non conoscevi.
La ricetta delle Sarde in Saor ha origine nel 1300
Questo piatto risale addirittura al Trecento ed è nato dall’esigenza dei marinai veneziani di conservare il pesce durante le lunghe traversate in mare. In mancanza di refrigerazione, le cipolle e l’aceto permettevano di mantenerlo commestibile per diversi giorni.
Le Sarde in Saor, una tradizione per la festa del Redentore
La ricetta è indissolubilmente legata ad un’occasione che per i veneziani è importante quanto il Carnevale. La Festa del Redentore celebra la fine della terribile epidemia di peste che colpì la città tra il 1575-1577. Fu il doge Sebastiano Venier a chiedere la questa grazia, in cambio della costruzione di una Basilica intitolata a Cristo Redentore. Da allora, ogni anno a luglio, si celebra la liberazione dalla malattia con una lunga processione votiva fino al luogo di culto, oltre che festeggiare con eventi, musica e manicaretti – tra questi proprio le tradizionali Sarde in Saor.
Le spezie delle Sarde in Saor raccontano la tradizione commerciale veneziana
Questa ricetta è anche una testimonianza del forte legame che la Serenissima aveva intrecciato con le culture più lontane. Le spezie e le componenti dolci usate per il saor sono infatti di chiara tradizione orientale: miele, mandorle, chiodi di garofano, cannella e coriandolo.
Le Sarde in Saor sono più buone il giorno dopo
Si conservano infatti in frigo e la raccomandazione è quella di gustarle il giorno successivo alla preparazione per dare il tempo al Saor di insaporirle per bene e conferire loro il tipico gusto agrodolce.
La ricetta delle Sarde in Saor è protagonista di una commedia goldoniana
Carlo Goldoni, scrittore e commediografo, ne scrive nell’opera in due tempi in dialetto veneziano, “Le donne de casa soa”, ambientata in un campiello – una sorta di quartiere nella tradizione di Venezia. La ricetta descritta dall’autore nel Settecento è già simile a quella dei giorni nostri, con l’aggiunta dei pinoli e dell’uvetta.
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